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13/02/2018
RIMINI - Dal lontano 2011, quando furono rimosse le gloriose insegne della Moto Malaguti in liquidazione, l’immenso stabilimento giallo e blu di Castel San Pietro (27mila metri quadrati) che costeggia l’autostrada fra Bologna e Imola, completamente abbandonato, è stato una ferita al cuore per la Motor valley bolognese. Dall’anno prossimo resusciterà, ma celebrerà tutta un’altra storia. «Ci scriverò Packaging valley, a caratteri cubitali. Voglio che sia un manifesto alla vocazione manifatturiera della nostra terra perché è ora di credere nell’Italia e ritrovare l’orgoglio di essere emiliano-romagnoli» dice Alfredo Aureli, l’uomo, un riminese doc, che ha rilevato il sito e gli darà una nuova vita sotto le bandiere della sua holding Aetna Group. Diventerà il quartier generale delle due aziende bolognesi del gruppo, Dimac e Prasmatic, i cui vecchi capannoni di Ozzano Emilia, svuotati degli impianti produttivi, ospiteranno nuovi laboratori di ricerca, sviluppo e prototipazione.
L’ACCORDO - Nell’ultimo anno Alfredo Aureli e i suoi due figli Enrico e Valentina, entrambi amministratori delegati — il primo dal maggio scorso anche presidente di Ucima, l’associazione che rappresenta l’industria italiana delle macchine automatiche per confezionamento e imballaggio —, sono passati davanti all’ex fabbrica Malaguti quasi tutte le settimane percorrendo i duecento chilometri che separano Rimini, sede storica di Aetna Group, e Parma. In ballo c’era un’altra operazione simbolo per il settore del packaging. L’hanno chiusa ai primi di maggio siglando un’alleanza strategica fra la controllata Robopac con sede a San Marino e la concorrente parmense Ocme, azienda del packaging fondata negli anni 50 dalla famiglia Gatteschi. Insieme fattureranno circa 290 milioni (123 milioni nell’ultimo bilancio Ocme, oltre 170 il consolidato Aetna); saranno la quinta forza del settore in Italia dopo Ima, Coesia, Sacmi, e System e leader assoluti nella macchine di fine linea per imballaggio con film estensibile, presenti in 60 Paesi con 1.400 dipendenti e 9 stabilimenti produttivi anche in Spagna, Cina e Stati Uniti. Intervistato all’inizio del 2016, Alfredo Aureli ci disse che avrebbe voluto espandersi in Cina. «Ci siamo riusciti oggi, grazie a Ocme — commenta —: il suo stabilimento di Jiaxing diventerà la base per tutte le attività del gruppo in Estremo Oriente, secondo la nostra filosofia che è local for local». Enrico Aureli, che come la sorella Valentina diventerà amministratore delegato di Ocme (terzo ad e presidente sarà Carlotta Gatteschi) aggiunge che «l’alleanza amplia e completa la nostra gamma di prodotti, con le riempitrici e i sistemi di logistica interna a guida laser. E la capacità progettuale di Ocme ci permetterà di offrire linee di confezionamento ed imballaggio complete, con le più avanzate tecnologie di Industria 4.0». L’operazione prevede l’ingresso della holding Aetna in Ocme con un iniziale 50% e l’impegno a salire al 100% entro il 2020. «È stata finanziata con risorse interne cash — spiega Valentina, responsabile finanziaria — e con il pieno sostegno delle banche nell’ambito di un piano di sviluppo triennale che prevede ulteriori investimenti per 40 milioni». «Vogliamo crescere ancora e velocemente — spiega infatti Enrico — cavalcando un’espansione del mercato mondiale che proseguirà ancora per diversi anni. È in ripresa anche il mercato interno grazie al super e iper ammortamento degli investimenti e al piano Industria 4.0. Da presidente Ucima, però, sollecito il governo a prorogare gli incentivi oltre il 2018: una rivoluzione tecnologica di questo portata non può avere un orizzonte inferiore ai 4-5 anni»
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